Il 2020 dell’Alpha Tauri

Scuderia Alpha Tauri Honda

Telaio: Alpha Tauri AT01
Power Unit: Honda RA620H V6 t h


GP disputati: 17
Vittorie: 1 (5.88% del totale)
Posizione media in gara: 8.393
Pole positions: 0
Posizione media in qualifica: 10.265
Giri veloci: 0
Podi: 1 (2.94% del totale)
Punti: 107 (3.690 a gara)
Km in testa: 151 (2.89% del totale)
Giri in testa: 26 (2.51% del totale)
Posizione nel Mondiale: 7°

Al termine del mondiale Franz Tost ha dichiarato che la stagione 2020 è stata la migliore della storia dell’Alpha Tauri, considerando ovviamente anche le stagioni Toro Rosso. Nonostante in questa classifica rientri anche la stagione 2008 che segnò la prima vittoria per il team e per Sebastian Vettel, non c’è dubbio che il 2020 sia stato, se non l’anno migliore, un anno decisamente positivo. E’ stata una stagione in cui l’Alpha Tauri è stata costantemente nei punti fino ad arrivare al punto di poter pensare di impensierire la Ferrari per il sesto posto nel campionato construttori.

Pierre Gasly, ritagliatosi un nuovo ruolo di leader, seppur in una squadra non di primo piano, ha rapidamente dimenticato gli anni bui della Red Bull ed è tornato in grandissima forma, contribuendo al grosso dei punti per il team. Se, come si dice in giro, la Honda sta davvero preparando un super motore per il suo canto del cigno in Formula 1, l’Alpha Tauri può candidarsi come una squadra da tenere d’occhio in un midfield anno dopo anno sempre più competitivo e sempre più compatto. E’ vero, il team il jolly l’ha già pescato quest anno con la rocambolesca vittoria di Monza ma in diverse occasione l’Alpha Tauri è stata addirittura terza o quarta forza in pista.

L’arrivo di Tsunoda, di cui si dice un gran bene e che si spera possa rompere il tabù dei giapponesi in Formula 1, solitamente buoni solo per gli sponsor, potrebbe rinvigorire le ambizioni di una squadra che, sempre più indipendente (per quanto possibile) dalla Red Bull, sta cercando di ritagliarsi un suo spazio nella competitivissima Formula 1 del terzo millennio.

#10 – Pierre Gasly (FRA)


GP disputati: 17
Vittorie: 1 (5.88% del totale)
Posizione media in gara: 8.286
Pole positions: 0
Posizione media in qualifica: 10.235
Giri veloci: 0
Podi: 1 (2.94% del totale)
Punti: 75 (5.000 a gara)
Km in testa: 151 (2.89% del totale)
Giri in testa: 26 (2.51% del totale)

Posizione nel Mondiale: 10°

PowerScore 2020: 1.717 (+0.395)

Head2Head 2020: +2.781
Head2Head all-time: +3.826

Se solo si ripensa alla sonora bocciatura in Red Bull del 2019 si fatica a credere che Pierre Gasly sia riuscito a resettare il cervello ripartendo dalla piccola Alpha Tauti fino a ritagliarsi un ruolo da protagonista nel campionato 2020. Capace di risollevarsi dove altri hanno fallito (leggi Albon), il francese ha preso per mano l’Alpha Tauri di cui è diventato leader indiscusso e l’ha portata ad una delle sue migliori stagioni. Sempre velocissimo, in grado addirittura di conquistare la seconda fila ad Imola in una gara che lo avrebbe visto di sicuro protagonista e probabilmente a podio, Pierre ha bagnato il suo 2020 con lo strepitoso successo a Monza tenendo dietro senza mai sbagliare di un millimetro un arrembante Carlos Sainz.

Ma aldilà della gara pazza di Monza, Gasly è stato capace di molte altre gare di spessore, che lo hanno portato spesso ben dentro la zona punti tanto da giungere in campionato al decimo posto, solo una posizione dietro al risultato del 2019 quando però aveva guidato per mezza stagione la Red Bull.

La sua riconferma per il 2021 se da un lato gli fa perdere il treno di una “grande” (ma la Red Bull sembra proprio non rivolerlo indietro), dall’altro lo investe dei galloni di caposquadra in un team che non ha nulla da perdere e tutto da dimostrare, vale a dire la condizione migliore per dimostrare tutto il suo valore.

#26 – Daniil Kvyat (RUS)


GP disputati: 17
Vittorie: 0
Posizione media in gara: 10.625
Pole positions: 0
Posizione media in qualifica: 12.235
Giri veloci: 0
Podi: 0
Punti: 32 (2.000 a gara)
Km in testa: 0
Giri in testa: 0

Posizione nel Mondiale: 14°

PowerScore 2020: 1.062 (-0.065)

Head2Head 2020: -1.093
Head2Head all-time: -1.035

Kvyat, l’eterno deluso. Una vita passata per demeriti non tutti suoi come ultima ruota del carro, come il sacrificabile per eccellenza. Sedotto, promosso e poi abbandonato dalla Red Bull, poi ripreso e ricacciato, stavolta probabilmente in modo definitivo, Nel 2020 Daniil non ha retto il confronto con Gasly che lo ha schiantato in tutto e per tutto e si è reso autore di gare terribilmente sotto la media con una macchina che a ben vedere gli poteva consentire l’accesso ai punti bene o male in tutte le gare. L’unico suo acuto, ad Imola ma più per le discgrazie altrui che per meriti suoi non sono bastati per dargli tranbquillità in un anno che lo ha visto sempre con la valigia in mano, stretto da un lato dalle aspettative del team, non molto incline a concedergli ulteriore tempo e dall’altro da Tsunoda, già ad inizio anno in aria di Formula 1 per il 2021. Non è un mistero che in queste condizioni non certo ideali siano arrivate alcune delle sue gare più brutte.

La sua posizione in classifica non mente: ultimo tra i piloti del midfield, capace di tenersi dietro solo Williams, Alfa Romeo e Haas che, obiettivamente, hanno fatto un campionato a parte. La Russia dal 2021 sarà nuovamente all’asciutto di piloti ma onestamente con un Kvyat così, meglio tentare la carta di un giovane.

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